Effetti collaterali e rischi
In generale i pazienti sembrano tollerare bene la cannabis a uso medicinale. Tuttavia, l’uso di cannabis a uso medicinale presenta effetti collaterali e rischi. Gli effetti collaterali tipici durano poco tempo, sono per lo più benigni e si risolvono con l’aumentare della tolleranza. Gli effetti collaterali e i rischi si verificano principalmente dopo l’assunzione di dosi elevate o quando la cannabis a uso medicinale viene utilizzata unitamente ad altre sostanze come l’alcol o particolari farmaci.
Effetti collaterali
Uno studio degli effetti dell’uso medicinale dei cannabinoidi ha indicato che le categorie più frequenti di effetti avversi si riferiscono a disturbi respiratori, gastrointestinali e del sistema nervoso. I comuni effetti collaterali acuti dati da alte dosi di cannabis si manifestano subito dopo il consumo:
- Secchezza delle fauci
- Rossore degli occhi
- Aumento dell’appetito
- Lieve euforia
- Riduzione dell’attenzione dell’utente, soprattutto nelle ore immediatamente successive al consumo.
- Aumento della frequenza cardiaca
- Abbassamento della pressione sanguigna e vertigini
In generale, tutti gli effetti collaterali diminuiscono lentamente per poi scomparire nel giro di poche ore. Questo dipende dalla dose assunta e dalla modalità di somministrazione.
Effetti collaterali e rischi: la qualità è fondamentale
Quando si usa cannabis di origine sconosciuta, spesso illegale, esiste sempre la possibilità che il prodotto sia contaminato da pesticidi, stimolatori della crescita, metalli pesanti o microbi. Questi contaminanti sono molto dannosi per la salute del paziente. La cannabis a uso medicinale di Bedrocan è di qualità controllata da un laboratorio esterno certificato a livello internazionale. I risultati delle analisi di ogni lotto sono riportati in un certificato di analisi (CoA). Questo livello di garanzia della qualità dimostra che i nostri prodotti sono privi di contaminanti nocivi. Inoltre, l’uso di prodotti a base di cannabis a uso medicinale standardizzata è fondamentale per garantire che ogni volta venga assunta la stessa dose. Questo riduce il rischio di sovradosaggio e di conseguenza quello di effetti collaterali indesiderati.
Prevenire gli effetti collaterali e rischi
La maggior parte degli effetti collaterali indesiderati dati dalla somministrazione di cannabis a uso medicinale possono essere evitati adottando le seguenti linee guida:
- Iniziare con una dose ridotta – è consigliabile assumere varie dosi ridotte in una giornata
- Avere pazienza e aspettare che gli effetti si manifestino
- Utilizzare la stessa dose (ridotta) per diversi giorni e monitorare gli eventuali effetti collaterali che possono verificarsi
- Aumentare la dose lentamente nel tempo fino a quando si individua la dose ottimale
- Tenersi in un ambiente sicuro quando si avviano terapie a base di cannabis (soprattutto durante le prime amministrazioni)
- Poter contare su una persona di fiducia per il supporto durante il periodo iniziale
Effetti collaterali e rischi: un’avvertenza speciale
I pazienti con un rischio ereditario di psicosi o altre condizioni psichiatriche (ad esempio schizofrenia o depressione) e i pazienti con problemi cardiaci/coronarici devono evitare l’uso di cannabis e cannabinoidi, in quanto tale utilizzo può peggiorare tali condizioni.
Rischi
Come ogni altro farmaco, la cannabis a uso medicinale non è certamente priva di rischi. I fattori di rischio principali sono:
Psicosi
In rare occasioni l’uso di cannabis può indurre uno stato di psicosi in individui con una predisposizione genetica. Di conseguenza, i pazienti con una storia (familiare) di disturbi psicotici, in particolare schizofrenia e disturbo bipolare, devono essere sottoposti a un attento monitoraggio psichiatrico quando assumono cannabis a uso medicinale. Inoltre, un breve episodio psicotico di tipo acuto (che coinvolge l’ansia e il pensiero catastrofico) può verificarsi anche in individui non predisposti, in particolare in caso di assunzione di dosi molto elevate di THC.
Occasionalmente vengono pubblicati nuovi studi scientifici sugli effetti della cannabis correlati al rischio di psicosi. Tuttavia, non è stato ancora stabilito un legame diretto tra cannabis e psicosi. Il discorso ruota attorno alla seguente domanda: la cannabis induce psicosi in individui che diversamente sarebbero totalmente sani o la vulnerabilità genetica alla psicosi preesistente si traduce in esiti negativi dati dal consumo di cannabis?
Studi scientifici recenti in materia suggeriscono che una piccola parte della popolazione presenta predisposizioni genetiche che aumentano il rischio di sviluppare sintomi psicotici cronici in caso di assunzione di cannabis (come farmaco o altro).
Malattie cardiache
I cannabinoidi possono presentare un forte, ma temporaneo, effetto sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna. I pazienti con malattie cardiache pregresse o che assumono farmaci per tali malattie devono evitare l’assunzione di cannabinoidi o assumerli solo sotto l’attento controllo di un medico.
Gravidanza e allattamento
L’uso di cannabis durante la gravidanza può influire sullo sviluppo del feto. Poiché alcuni cannabinoidi – incluso il THC – sono escreti nel latte materno, l’assunzione di cannabis a uso medicinale è sconsigliata anche durante l’allattamento.
Malattie epatiche
Una volta assunta la cannabis, il fegato è l’organo principalmente coinvolto nell’alterazione chimica dei cannabinoidi come parte della sua funzione di elaborare ed espellere sostanze esterne dal corpo (metabolismo). Gli effetti della cannabis possono quindi essere significativamente diversi nei pazienti affetti da patologie epatiche. Pertanto, questi pazienti devono essere monitorati durante la fase iniziale per garantire che la dose assunta non superi la capacità del fegato di metabolizzare.
Dipendenza
Dall’esperienza pratica si evince che il rischio di sviluppare una dipendenza dalla cannabis quando viene assunta come medicinale è minimo. La dose raccomandata per l’uso medicinale è spesso inferiore a quella per uso ricreativo e un professionista medico deve sempre essere coinvolto nel trattamento e nel monitoraggio del paziente.
Tuttavia, i pazienti devono prestare particolare attenzione qualora avessero riscontrato problemi in caso di assunzioni precedenti della sostanza. Dosi elevate di cannabis a uso medicinale assunte per lunghi periodi possono portare ad un aumento della dose e a un uso improprio. Inoltre, la brusca cessazione (abbandono) può causare sintomi di astinenza, come forme lievi di irrequietezza, irritabilità, insonnia, sogni vividi e diminuzione dell’appetito.
Sovradosaggio
Non è stato dimostrato che il consumo di cannabis a uso medicinale porti ad eventi avversi pericolosi per la vita, anche a dosi molto elevate. Tuttavia, un sovradosaggio di cannabis (THC) può provocare una serie di effetti avversi, con un’elevata variabilità nella tolleranza tra i soggetti. L’effetto avverso più comune del sovradosaggio di una singola dose di THC è l’ansia, che, in alcuni casi, può portare a lievi stati psicotici acuti (attacchi di panico). Inoltre, può verificarsi un aumento della frequenza cardiaca e variazioni della pressione sanguigna.
In particolare, è possibile che un sovradosaggio di THC provochi ipotensione acuta e/o tachicardia. In alcuni casi si possono osservare anche nausea, vomito e diarrea. Oltre a tali fenomeni, la compromissione della funzione esecutiva e del controllo motorio può portare a sentimenti di confusione, spersonalizzazione, perdita di controllo o addirittura impossibilità a reagire. Anche gli occhi arrossati e la secchezza delle fauci possono essere vissuti come molto sgradevoli per alcuni individui. La maggior parte degli effetti negativi si risolvono spontaneamente, di solito entro poche ore, quando i livelli di THC nel siero diminuiscono.
Da alcune fonti risulta che in un ridotto numero di casi il THC è in grado di far aumentare la psicosi, con deliri e allucinazioni. Questi effetti collaterali si verificano raramente, poiché molto probabilmente richiedono dosi molto elevate di THC somministrato per un periodo di tempo prolungato o una vulnerabilità genetica preesistente. Tuttavia, vi sono motivi sufficienti per essere prudenti e informare di questi rischi in modo equo ed equilibrato.
Guida e azionamento di macchinari
A dosi terapeutiche, la cannabis può produrre effetti indesiderati come vertigini e sonnolenza che possono compromettere il giudizio e le prestazioni. I pazienti non devono guidare, azionare macchinari o svolgere attività potenzialmente pericolose sotto l’influenza della cannabis a uso medicinale o dei cannabinoidi terapeutici che contengono THC.