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Contributo dell’esperto: la farmacista galenica Lombardi parla del dosaggio della cannabis

Ricorda ancora il suo primo ordine, effettuato 10 anni fa, quando ho ricevuto tre contenitori farmaceutici da 5 grammi d’infiorescenza di Bedrocan®: “Ero nervosa. Ad oggi, ho dispensato più di 20.000 preparazioni di farmaci a base di cannabis, per lo più sotto forma di estratti per via mucosa orale.” Il numero è in costante aumento. A continuazione, proponiamo un riassunto dell’intervista concessa dalla farmacista italiana Annunziata Lombardi. Nell’estratto, la dottoressa Lombardi parla delle diverse applicazioni e del dosaggio della cannabis ad uso medico nella pratica clinica.

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Annunziata Lombardi

Annunziata Lombardi è responsabile del laboratorio galenico presso la Farmacia a conduzione familiare Caputo, a Nocera, Italia. È membro del consiglio direttivo della Società Italiana Ricerca Cannabis (SIRCA) referente per la Regione Campania ed è stata una figura chiave nell’elaborazione della legge regionale sul rimborso della cannabis ad uso medico.

Annunziata possiede qualifiche post-laurea e si interessa professionalmente alla farmacia clinica, alla formulazione farmaceutica, alle preparazioni galeniche magistrali sia cliniche che tradizionali, al controllo della qualità dei medicinali e alle attività regolatorie. Inoltre, dirige un laboratorio specializzato per risolvere le varie problematiche relative all’analisi dei cannabinoidi.

Lombardi iniziato a preparare e dispensare cannabis dal 2014 e sono una delle pioniere sul mercato italiano.

Può descrivere un paziente tipo a cui dispenserebbe farmaci a base di cannabis?

Non esiste un paziente tipo, poiché questi farmaci possono essere utilizzati per tutte le fasce d’età e per molteplici patologie. Il Servizio sanitario nazionale italiano rimborsa i farmaci a base di cannabis, in qualità di preparazioni galeniche magistrali, per un numero limitato di indicazioni mediche: anoressia/cachessia, glaucoma, sindrome di Tourette, spasmi e dolore indotti dalla chemioterapia, vomito e mancanza di appetito nei pazienti in chemioterapia.

Secondo la mia esperienza, le patologie più comuni per cui viene prescritta sono il dolore cronico, la fibromialgia e i disturbi neurologici. Inoltre, vi è una crescente richiesta da parte di pazienti affetti da autismo, ansia e disturbi del sonno.

Le forme farmaceutiche per via orale (estratti oleosi) sono sempre più diffuse come modalità di somministrazione.

In Italia, gli estratti di cannabis per la somministrazione via mucosa orale rappresentano l’80% delle prescrizioni. Preparo i miei pazienti alla corretta conversione del dosaggio, per trasformare i mg di principio attivo (THC e CBD) prescritti dall’operatore sanitario in mL e/o gocce dell’estratto. Questa conversione varia per ogni estratto ed è basata sui risultati analitici HPLC post-estrazione.
In Italia, i farmacisti devono analizzare l’estratto per determinarne il contenuto di cannabinoidi dopo la produzione e riportarlo sull’etichetta prima della dispensazione. Ciò aiuta il paziente a conoscere la quantità di principio attivo assunta.

Quali consigli fornisce ai pazienti per vaporizzazione?

Raccomando l’uso di un dispositivo medico, poiché garantisce la qualità e la riproducibilità della terapia. Tuttavia, alcuni pazienti non possono permettersi un dispositivo medico e optano per un altro tipo di vaporizzatore. In ogni caso, chiedo al paziente di prestare attenzione a due aspetti: (1) la temperatura del vaporizzatore, poiché i pazienti alle prime armi potrebbero sperimentare effetti collaterali significativi se la temperatura è impostata in un valore troppo alto; (2) il tempo di comparsa degli effetti, che può essere estremamente rapido con questa modalità di somministrazione.

Quali precauzioni dovrebbero adottare i farmacisti nella gestione dei pazienti che assumono forme farmaceutiche per via orale?

Il farmacista deve informare il paziente che la comparsa degli effetti della forma farmaceutica orale è lenta e può richiedere fino a tre ore. È fondamentale che il paziente ne sia consapevole, attenda il pieno effetto del farmaco e non assuma ulteriori dosi nel frattempo.

Quali suggerimenti darebbe ai farmacisti che prescrivono questi farmaci per la prima volta?

Avere passione del proprio lavoro. Questa è un’opportunità professionale entusiasmante e completamente diversa dalla semplice dispensazione di farmaci già pronti.

  • Essere consapevoli di far parte della rivoluzione dei farmaci a base di cannabis: questo è solo l’inizio.
  • Partecipare a conferenze e corsi di formazione sulla cannabis, sia nel proprio paese che all’estero, ove possibile.
  • Consultare letteratura scientifica: vi è un’enorme quantità di ricerche accademiche e cliniche in corso.
  • Raccogliere dati e osservazioni dai pazienti.
  • Cercare altri professionisti che condividano il proprio interesse. Non limitarsi ai farmacisti, ma coinvolgere medici, scienziati, pazienti e chiunque possa contribuire ad arricchire il proprio bagaglio di conoscenze.
  • Costruire relazioni solide e durature sia con medici che con i pazienti.

Guida clinica introduttiva

Una guida per l’uso razionale dei farmaci a base di cannabis

L’intervista completa è disponibile nella «Guida clinica introduttiva: una guida per l’uso razionale dei farmaci a base di cannabis», una pubblicazione pensata per gli operatori sanitari prescrittori che vogliono approfondire la propria conoscenza sulla somministrazione della cannabis ad uso medico.

Per approfondire la lettura, i nostri opuscoli informativi scaricabili sono disponibili nella sezione dedicata al professionista sanitario della web di Bedrocan. È anche possibile iscriversi per ricevere la nostra newsletter.

Bedrocan ottiene la certificazione GMP per lo stabilimento danese

Il nuovo sito di produzione danese ha brillantemente superato a pieni voti un’ispezione GMP effettuata dall’Agenzia Danese per i Medicinali DKMA. Le autorità danesi hanno rilasciato ora la certificazione GMP che autorizza Bedrocan a iniziare la coltivazione. Il consiglio di amministrazione Bedrocan intende congratularsi con tutti i dipendenti che hanno contribuito al raggiungimento di questo ragguardevole risultato. Le attività colturali sono in piena attività in vista dell’approvvigionamento ai primi clienti nel 2025. Tra breve inizierà anche l’assunzione di nuovo personale, tra cui operatori addetti alla lavorazione e al confezionamento.

Primo audit

”Per noi e per il nostro settore, il fatto che gli ispettori siano rimasti pienamente soddisfatti del loro primo audit è un elemento di grande rilevanza. Che le nostre conoscenze ed esperienze maturate nei Paesi Bassi siano state trasposte integralmente in un altro territorio è indice di un livello di professionalità senza eguali”, afferma con orgoglio l’amministratore delegato Jaap Erkelens. Bedrocan è un coltivatore di cannabis con origini nei Paesi Bassi che, oltre a due siti di coltivazione sul territorio nazionale, ha anche consegnato un nuovissimo stabilimento a Køge e sta ora lavorando per rivitalizzare l’ex impianto di produzione in Canada. “Sono altresì convinto”, aggiunge Erkelens, ‘“che possiamo riutilizzare l’esperienza danese in altre parti del mondo come concept Bedrocan in materia di farmaci a base di cannabis.”

Capacità produttiva annua

Il certificato è stato ottenuto appena prima della fine del 2024 e lo staff non avrebbe potuto prefigurare un modo migliore per concludere sia l’anno che il progetto. Lo stabilimento danese mirerà a soddisfare la crescente domanda di cannabis medicinale standardizzata di Bedrocan. La nuova sede produttiva vanta una capacità produttiva annua di 2.300 chili.

La RM cerebrale mostra gli effetti del CBD sulle psicosi

Cosa succede nel cervello dei pazienti psichiatrici quando viene loro somministrato il CBD? E soprattutto cosa accade nei pazienti con psicosi? Il ricercatore capo Matthijs Bossong, che collabora con Bedrocan, è rimasto talmente affascinato da questa domanda che per tre anni ha raccolto dati presso il Centro medico universitario di Utrecht per approfondire gli effetti del cannabidiolo (CBD) sul cervello.

Durante lo studio, a 31 pazienti è stata somministrata una capsula contenente 600 milligrammi di CBD o un placebo ogni giorno per quattro settimane. Prima e dopo il trattamento sono state eseguite e confrontate le RM. Dalle RM è emerso che il CBD esercita un effetto positivo sulle connessioni cerebrali coinvolte nella psicosi. Bossong: «Dopo l’uso, la connettività tra le regioni cerebrali si è normalizzata. Studi precedenti avevano già dimostrato che il CBD può svolgere un effetto positivo sui disturbi e sui sintomi dei pazienti. Abbiamo dimostrato per la prima volta quali meccanismi cerebrali sono coinvolti.»

Psychosis and CBD

Perché ha ritenuto importante mostrare l’effetto del CBD sul cervello?

Sono sempre stato affascinato dal comportamento deviante e in questo studio ho parlato anche con pazienti che difficilmente riuscivano a distinguere la verità dalla finzione. Il disturbo psicotico è una malattia cerebrale molto grave che causa deliri e allucinazioni nelle persone affette. Tuttavia, i farmaci disponibili hanno un’efficacia limitata in un gruppo significativo di pazienti con psicosi. C’è quindi un’urgente necessità di nuovi farmaci. Dopo aver concluso nella mia ricerca di dottorato che la somministrazione di THC, la sostanza psicoattiva della cannabis, a volontari sani, provoca una funzione cerebrale “simile a quella della psicosi”ho pensato di verificare se il trattamento con CBD in pazienti affetti da psicosi potesse portare alla normalizzazione delle funzioni cerebrali anomale.

Cosa succede nel cervello di una persona affetta da psicosi?

Sappiamo che i pazienti con disturbo psicotico presentano una serie di funzioni cerebrali alterate. Ad esempio, la connettività tra una serie di importanti aree cerebrali è interrotta nei pazienti nel cosiddetto “sistema della condizione di default”. Si tratta di una rete di regioni cerebrali che si attivano quando l’attenzione è rivolta all’interno, ai propri pensieri e alle proprie percezioni. L’alterazione della connettività del sistema della condizione di default comporta deliri e allucinazioni.

Come si può vedere in una RM se la connettività cerebrale si normalizza dopo l’uso di CBD?

La connettività funzionale fa in modo che alcune regioni cerebrali siano attive contemporaneamente. Ad esempio, quando si sogna immersi nei propri pensieri, alcune aree cerebrali si attivano congiuntamente, mentre altre aree mostrano attività quando si svolge un compito di memoria difficile. È possibile misurare questa coerenza nell’attività eseguendo una serie di calcoli sulle scansioni di risonanza magnetica funzionale eseguite.

Anche i pazienti che hanno partecipato allo studio si sono sentiti meglio?

In questo studio abbiamo dimostrato che la normalizzazione delle funzioni cerebrali dopo la CBD è associata a una diminuzione dei disturbi e dei sintomi. I pazienti che hanno mostrato un miglioramento delle funzioni cerebrali dopo il trattamento con CBD hanno anche manifestato meno sintomi psicotici. Ciò indica che gli effetti del CBD sulla funzione cerebrale sono coinvolti nel miglioramento clinico dei pazienti.

Il consumo di cannabis può anche scatenare psicosi. Anche la Sua ricerca dice qualcosa su questo fenomeno?

La sostanza presente nella cannabis responsabile della relazione tra il consumo di cannabis e l’insorgenza di psicosi è il THC. Il CBD è, per così dire, la controparte del THC. Mentre il THC può scatenare la psicosi, la nostra ricerca contribuisce all’idea che il CBD, invece, abbia proprietà antipsicotiche.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Psychiatric Research.

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